Ricerca Astrologica sulla Schizofrenia

Malattia Mentale e Disagio Psicologico Richiedono Risposte Specifiche e Diverse

In risposta alla mia domanda se ci fosse una ragione perché nel libro sulla follia di Virginia Woolf non usasse mai il termine “psicopatologia”, Szasz chiarisce che “il termine ‘psicopatologia’ conferisce un’aria di legittimità medica al fenomeno, che, invece, è del tutto assente nella espressione ‘malattia mentale’ - che resta vaga e quasi vacua, priva di senso. Dalloway non può lasciare alcun dubbio circa il fatto che avesse capito sin troppo bene che cosa fosse e che cos’è la psichiatria”. Senonché, come ora vedremo, è pazzo, dice bene Verdiglione, con Machiavelli, chi crede di fare ciò che vuole. Comprese e ha trasmesso a noi, come pochi altri hanno fatto, i pericoli dell’essere capiti, dell’avere ciò che ora chiamiamo ‘buone relazioni umane’”. 2. Aggiungere sempre she - un’alternativa che ora molti scrittori americani adottano - non è meno sessista. L’idea del “genio folle” ha lo scopo, dice Szasz, di “rendere il soggetto meno ammirevole come persona e meno responsabile del proprio comportamento come agente morale…

Per Szasz la “malattia mentale” non esiste come oggettiva condizione patologica da curare, esiste invece il comportamento socialmente accettabile o meno. Il mondo della globalizzazione, della comunicazione globale, si contraddistingue per un paradosso: la sempre più diffusa condizione di alienazione sociale, di alienazione linguistica, come diceva Ferruccio Rossi-Landi (1968, 1972, 1978). In altre parole, quanto più si afferma l’ideologia dell’“essere collegati” grazie agli odierni mezzi di comunicazione, tanto più, sul piano dell’umano, si verifica una situazione di separatezza e d’isolamento. 3. la riflessione sulla condizione dellammalato nella società (in relazione alle leggi). Questo lungo ma non esaustivo elenco di problemi e situazioni non è scelto a caso: è’ solo una parte delle risposte psicologiche che il nostro SSN deve dare ai cittadini in base alle leggi vigenti. Una donna che deve affrontare i problemi della menopausa. È interessante che nel romanzo 1999. L’uomo che voleva essere guarito Georges Mathé narri del “male globale”, che comporta il bisogno chlorpromazine 100mg farmacia on line d’interrogare il proprio progetto di vita e quindi la complessiva programmazione sociale di cui fa parte - nessun malato, nessuna cura, nessuna medicalizzazione. Ho lasciato la radio perché iniziava ad essere troppo, faccio una vita strana perché ho tanti impegni sempre diversi, non ho mai una settimana uguale all’altra, e mi sono resa conto che quell’impegno quotidiano per me, invece di essere un perno, era diventato un po’ avere delle catene che mi rendevano difficile il movimento - sto tutto il giorno a parlare di salute mentale, di prendersi cura del proprio equilibrio, e poi non sono in grado di riconoscere che invece devo organizzare meglio le mie risorse?

L’idea della malattia mentale è proprio rivolta a minare questa concezione dell’uomo come agente morale, come attore responsabile sul palcoscenico della vita… Secondo i dati Istat, infatti, almeno una persona su quattro sperimenta nel corso della vita una malattia mentale; questo significa che chi sta leggendo, con ogni probabilità, ha a che fare quotidianamente (in famiglia o sul lavoro) con qualcuno che ne soffre, oppure egli stesso ne soffre o ne ha sofferto in passato. Nell’ascesa a 3000, si incorpora in pieno un nuovo segno astrologico insieme alle note basate sul linguaggio di luce, ed avrà un suono armonico di un secondo segno supplementare che fornirà più di un elemento portando il campo ad un maggior bilanciamento. Interessanti a proposito dell’attenzione di Szasz alle questioni linguistiche sono i suoi commenti riguardo alla scelta del pronome da usare in un discorso dove l’opposizione maschile/femminile non è pertinente. Lidea del corpo trasparente è legata al graduale e inesorabile sorpasso della vita, la morte appunto.Volevo affrontare il discorso da un punto di vista universale, dove maschile e femminile si toccano. Ciò finisce per legittimare l’imputazione di follia e di alienazione intese come perdita di padronanza, di controllo sul “proprio” corpo. Se uno manca di un elemento nel proprio segno originale di nascita, può capitare che manchi anche del corrispondente corpo sottile prima dell’ascensione.

E proprio questa separazione era alla base dell’internamento manicomiale. L’individuo come agente morale sceglie sempre il proprio stile di comportamento, nella salute e nella malattia mentale, nell’arte e nel lavoro”. Szasz vuole liberare Virginia dal luogo comune di vittima della malattia mentale e riabilitarla come agente morale responsabile delle proprie scelte e dei propri comportamenti. Sicché nella stessa lettera Szasz mi suggerisce di “avvertire il lettore che le scelte linguistiche sono molto importanti, sottilmente comunicative”. I bambini piccoli infatti sono dotati di strumenti idonei a manifestare avversione nei confronti della violazione di questo spazio, che la madre ha la possibilità di comprendere, anche se con le normali difficoltà della situazione, aiutata infatti dal fatto che il bambino comunica con lei per mezzo di un codice, che madre e bambino hanno in comune. Ma il cattivo uso della psichiatria è imputabile anche al malato che, a sua volta, vi ricorre come mezzo per esercitare la propria volontà di controllo sull’altro, magari facendo intravedere la prospettiva del suicidio. Ma anche nella paura dell’ignoto e del diverso da sé, che sembrano creare un invalicabile muro tra la propria persona e il malato psichico. La maggior parte delle persone con diagnosi di malattia mentale dovrebbe anche avere una “formulazione”, che è una descrizione del motivo per cui questa persona potrebbe soffrire di malattia mentale in questo momento.

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